STAZIONE  DI  RECUPERO  “CASCINA  LAURA”

 

RELAZIONE  CONCLUSIVA  DEL  LAVORO  DI  RECUPERO  SVOLTO  NELLA  STAGIONE  2000/2001

 

 

I recuperi effettuati sono dettagliati nelle schede consegnate, di volta in volta, dopo ogni recupero, questa relazione rappresenta il quadro riassuntivo dell’attività e la sua valutazione critica.

 

Daino : sono stati effettuati in totale n.16 interventi di cui 4 come “controlli di tiro” in seguito a

            tiri dubbi.

            Su 12 interventi su animali realmente feriti, 7 sono stati ritrovati  mentre 5 non

            sono stati recuperati.

            Dei  4 “controlli” uno è risultato positivo, nel senso che l’animale era stato ferito ed è stato

            recuperato mentre negli altri 3 casi l’animale non era stato ferito. Ciò dimostra l’importanza

           di verificare ogni tiro che, apparentemente, risulta “colpo sbagliato “

            In totale la percentuale dei ritrovamenti sul totale degli interventi ( 12 feriti + 1 controllo ) è

            risultata del 61.5%

 

Cinghiale: sono stati effettuati n. 10 interventi di cui 2 come “ controlli di tiro” .

                  Su 8 interventi su animali feriti, 4 sono stati ritrovati e 4 non sono stati ritrovati.

                  I due controlli hanno dimostrato che gli animali non erano stati feriti.

                  In totale la percentuale dei ritrovamenti sul totale degli interventi sui cinghiali feriti è

                  risultata del 50%.

 

Il numero complessivo degli interventi ( 26) rapportato al numero complessivo degli animali prelevati ( 153 + 50 cinghiali ? ) evidenzia che il 13% dei capi in Piano di prelievo  è stato ferito. In realtà il numero degli animali feriti è stato sicuramente maggiore dal momento che, almeno per i casi di cui si è avuta successivamente notizia certa, risulta che almeno 3 daini e 2 cinghiali non sono stati cercati in quanto non è stata data informazione in tempo utile al responsabile della Stazione di recupero o …per altri motivi.

Inoltre alcuni animali sono stati recuperati da Tullio con Otto, ma non sono state compilate le schede di riferimento ( mancanza del responsabile della Stazione ! ).

Ciò dimostra un fatto di cui mi sono, nel tempo, ampiamente convinto anche in funzione dell’attività che la Stazione ha svolto durante i mesi di agosto e settembre in altre Aziende in provincia di Parma, cioè che almeno il 15% dei capi a cui si spara viene ferito. Ogni percentuale inferiore ( se si tratta di numeri statisticamente significativi ) deve essere valutata … con grande cautela se non con sospetto, specialmente quando si tratti di animali di grandi dimensioni come il cervo, il daino, il cinghiale.   

Gli interventi hanno consentito il ricupero di 370 Kg di selvaggina, di 4 trofei di daino e di uno di cinghiale. Purtroppo di un daino non è stato possibile recuperare la carcassa ( il trofeo però sì) dal momento che era in un sito impraticabile.

 

Degli animali ritrovati  7 erano ancora vivi e sono stati finiti o dal conduttore del cane o da altro tiratore che era stato messo alle poste; ciò significa che una precisa organizzazione è in grado di migliorare la qualità degli interventi che risultano essere, per la maggioranza dei casi, dovuti  a ferite agli arti o a colpi di striscio.

 

Interessante può essere l’analisi delle ragioni che non hanno consentito il recupero del capo ferito, individuate sulla base di alcune categorie predefinite :

-         Tipo di ferita : 2 animali non ricuperati per questa ragione ( un daino colpito alla base del palco, un cinghiale colpito basso alla gola). Rimane pur sempre il dubbio di una esatta diagnosi, tuttavia il tipo di ferita risulta essere la ragione prioritaria di due insuccessi.

-         Specie oggetto del ferimento: 2  cinghiali non recuperati per cause imputabili a caratteristiche proprie della specie (cinghiali feriti agli arti – probabilmente il daino con un’analoga ferita sarebbe stato recuperato )

-         Errato comportamento del cacciatore ( e dell’accompagnatore ) : 4 animali non recuperati imputabili a questa ragione ( il problema rimane sempre quello dell’errata abitudine di seguire subito il sangue col risultato di far fuggire l’animale ferito, che si era nel frattempo coricato, e di rendere complicato il lavoro . Mi sembra importante sottolineare che la reciproca fiducia non può che essere alla base di un rapporto costruttivo di collaborazione : ciò dovrebbe indurre a chiamare sempre il conduttore astenendosi dal … risolvere da soli la situazione, dal momento che, quando si riesce a risolvere… tutto va bene, se non si riesce si chiama il conduttore che trova però difficoltà che sono cresciute in modo esponenziale. Il risultato finale molto spesso è un animale perduto con tutte le conseguenze etico/morali ed economiche del caso e con un danno anche all’immagine dell’Azienda e della Stazione di recupero. E’ importante sottolineare che vi sono stati almeno due casi in cui, nonostante l’errore di comportamento, si è ottenuto un risultato positivo ma esso sarebbe stato molto più semplice se l’animale non fosse stato disturbato. ).

-         Problemi del cane o errori del conduttore : 4 animali sono stati perduti per questo tipo di ragione (  quest’anno avevamo una cane giovane. Inoltre, in tre occasioni, il conduttore ha sbagliato ed ha liberato il cane in modo inopportuno, anche se, in uno di questi casi, si è rimediato il giorno successivo con un altro cane. )

-         Impossibilità di organizzare la ricerca : 2 animali non recuperati per questo motivo ( nonostante nel regolamento dell’Azienda esista la regola di “abbandonare la ricerca di altri animali finchè non si sia conclusa la ricerca del ferito “, in alcune occasioni ciò non è avvenuto ed il conduttore ha dovuto lavorare da solo, impossibilitato nel mettere tiratori alle poste, oppure la ricerca è stata frettolosa ed interpretata come fatto marginale. Certamente lo stress di dovere far sparare a tutti i costi l’ospite e di completare il Piano gioca in ciò un ruolo determinante, però … ).

 

Naturalmente, talvolta, il mancato recupero è da imputare ad una somma di errori, pertanto i numeri riportati sopra non sono sommabili per determinare il numero di capi non recuperati, bensì evidenziano la ragione o l’insieme  di ragioni che hanno determinato un insuccesso e sono utili ai fini del miglioramento continuo della qualità degli interventi.

 

E’ mia abitudine ( pessima !? ) essere ipercritico nei confronti delle attività di cui sono responsabile, tuttavia spero che il presente documento venga letto con lo spirito che mi ha animato nella stesura, vale a dire con la volontà di migliorare un’attività che, nel suo complesso, mi sembra comunque buona ma che può essere sicuramente migliorata con il contributo di tutti, determinando un vantaggio sotto il profilo dell’immagine aziendale e del riscontro economico finale.

 

Casei Gerola 14.2.2001

                                                             Il responsabile della Stazione di recupero 

                                                                                 Roberto Gatti